

"Come? Rivedendo le fasce di reddito e utilizzando al meglio i fondi regionali. Fino a ieri il Comune riusciva a spendere solo 250mila euro per gli assegni di cura, rispetto a un budget di 400mila euro. E solo 115mila euro per l’assistenza domiciliare diretta, nonostante nelle casse ne arrivassero 150mila. I soldi non spesi dovevamo restituirli alla Regione. D'ora in avanti - conclude - invece utilizzeremo ogni euro a disposizione per fornire ai cittadini un servizio essenziale e di qualità".
Si amplia dunque la platea di cittadini livornesi non autosufficienti che beneficeranno dell’assegno di cura per pagare l’assistenza infermieristica domiciliare e badanti. Allo stesso tempo viene dimezzata la quota di compartecipazione richiesta a chi usufruisce del servizio di assistenza domiciliare diretta.
Tutto questo senza alcun aggravio di costi per il Comune.
“La vera sfida per noi amministratori - sottolinea Ina Dhimgjini, assessore comunale al Sociale - è quella di riuscire ad ottimizzare i servizi offerti con le poche risorse a disposizione. In questo caso ci siamo accorti che i fondi regionali a nostra disposizione non venivano spesi per intero. Siamo intervenuti e ora possiamo estendere un servizio essenziale e irrinunciabile per le famiglie che hanno una persona non autosufficiente a carico.
Fino a questo momento, infatti, il Comune riceveva circa 400mila euro dalla Regione per gli assegni di cura e altri 150mila euro per cofinanziare l’assistenza diretta. Ma, nel complesso, riusciva a spendere poco più della metà di queste risorse e i fondi non utilizzati a fine anno tornavano alla Regione.
La giunta ha innalzato il tetto dell’Isee sotto al quale si potrà accedere ai contributi, e d’ora in poi riuscirà a spendere tutte le risorse a disposizione”.
Assistenza domiciliare diretta
Possono accedere a questo servizio gli anziani over 65 in condizione di non autosufficienza, adulti e minori con handicap grave e le persone a rischio sociale.
Il limite Isee sotto al quale è possibile ricevere il contributo è stato innalzato da 24mila euro a 31mila euro. Non solo. La quota di compartecipazione richiesta a chi beneficia del servizio è stata dimezzata.
Un esempio. Prima una persona con reddito compreso tra 23mila e 24mila euro era costretto a pagare 15 euro l’ora per usufruire del servizio di assistenza domiciliare da parte di un operatore sanitario. Un servizio che costa 20 euro l’ora. D’ora in poi la quota di compartecipazione scenderà a 7 euro.
Assistenza domiciliare indiretta (assegni di cura)
Si tratta di un contributo per permettere alle famiglie che hanno un anziano over 65 non autosufficiente a carico, che non vogliono ricoverare in una struttura residenziale, di potersi pagare un’assistenza professionalizzata a casa.
Il reddito Isee massimo per beneficiare della misura è stato portato da 7.500 euro a 15.000 e la platea è passata da 100 a 300 persone.
Il valore dell’assegno erogato varia dai 150 ai 250 euro al mese e dipendono dalla fascia di reddito e dalla gravità attribuita all’anziano a carico da parte dell’Unità di Valutazione Multidisciplinare.
“Queste misure - conclude Dhimgjini - sono una risposta concreta a un bisogno crescente nella nostra società. La crisi economica da un lato e l’allungamento delle aspettative di vita dall’altro impongono alle pubbliche amministrazioni di destinare sempre più risorse al sociale, in modo che nessuno resti indietro. E questo a Livorno lo stiamo facendo con continuità e coerenza ormai da due anni”.
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