

Tale rapporto, come noto, risulta ad oggi sospeso come misura cautelare, prevista dal quadro normativo vigente, a seguito di coinvolgimento in fatti particolarmente gravi e tuttora oggetto di indagine.
L’Azienda, pur prendendo atto che la richiesta è stata avanzata a seguito dell’Ordinanza del Tribunale del Riesame che ha portato alla cessazione della misura restrittiva in carcere precedentemente disposta, non può non tenere conto delle motivazioni contenute nella stessa Ordinanza rispetto ai fatti e che ad oggi, pur nella incertezza della fase procedimentale, la dipendente risulta ancora l’unica indagata per presunti comportamenti dolosi all’atto della somministrazione di farmaci che avrebbero causato il decesso di alcuni pazienti.
A fronte di tutto questo l’Azienda, a tutela della propria immagine e prestigio, ritiene non essersi ancora verificate le condizioni necessarie per una ripresa del rapporto di lavoro.
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